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di Umberto Caragnano

All’alba di mercoledì mattina il Consiglio dei ministri ha approvato la legge di stabilità per il 2020. Una manovra che non rappresenta quella discontinuità tanto auspicata alla nascita del governo giallorosso, ma che contiene al suo interno degli elementi di novità che lasciano presagire dei buoni segnali per il prossimo anno, se si arriva.
In primo luogo, l’IVA non aumenta. Il governo è riuscito a scongiurare l’aumento dell’IVA derivante dalle clausole di salvaguardia ereditate dal precedente governo (23,1 miliardi), negoziando da un lato una maggiore flessibilità (ossia un livello di deficit/PIL maggiore di quanto negoziato l’anno precedente per il 2020), e dall’altro attraverso i risparmi derivanti dal calo dello spread e nuove imposte che avranno un impatto marginale sulla maggioranza dei cittadini. Inoltre, la manovra sterilizza le clausole di salvaguardia previste per il 2021 per oltre 10 miliardi, riducendo il peso per le prossime manovre fiscali.

Fonte: rielaborazione personale su dati Sole 24Ore

La manovra ammonta a circa 30 miliardi, di cui per l’appunto 23 solo per scongiurare l’aumento dell’IVA e ulteriori 7 miliardi destinati per le famiglie e lo sviluppo competitivo delle imprese. La riduzione del cuneo fiscale ammonta a regime a 5 miliardi nel 2021. È utile ricordare che negli ultimi dieci anni l’unico partito che ha abbassato il cuneo fiscale per i redditi medio-bassi e rinnovato gli stipendi per i dipendenti pubblici è il Partito Democratico. Con il nuovo provvedimento che verrà strutturato nei prossimi giorni, i tagli delle tasse per i redditi medio-bassi ammonteranno a 15 miliardi (inclusi gli 80 euro).
 
Argomento centrale nei talk show televisivi è la progressiva diminuzione della soglia per l’utilizzo del contante che scenderà nel 2021 a 1000€. In un’economia come quella italiana in cui l’economia non osservata, secondo le recenti stime dell’ISTAT, ammonta a circa 200 miliardi, questa misura spot, assieme alla lotteria degli scontrini, avrà un impatto neutrale se non accompagnata da altre misure di contrasto all’evasione. L’obiettivo del governo di recuperare 3 miliardi nel prossimo anno dall’evasione fiscale e di stimolare l’utilizzo della moneta elettronica è ambizioso. Tuttavia tale spinta verso la moneta elettronica deve essere accompagnata da maggiore sburocratizzazione e una riduzione dei costi di transazione, non ancora elaborati nella legge di bilancio.
 
Una novità positiva della manovra è sicuramente l’ambiente. A differenza dei passati governi gli investimenti nel complesso sono in aumento e una buona parte di essi è destinata allo sviluppo del Green New Deal con un piano da 50 miliardi di euro in 15 anni. Inoltre la riconversione economica non è solo declinata sul piano delle spese ma anche sul lato delle entrate col taglio dei sussidi pubblici alle fonti fossili.
 
Tuttavia, la manovra non rappresenta una netta discontinuità con il precedente governo. Le misure bandiera, reddito di cittadinanza e quota 100, non vengono né migliorate nè ritoccate nei requisiti di accesso che equiparano ad esempio in quota 100 un infermiere e un operaio ad un dirigente d’azienda o impiegato bancario. Ciononostante, se le domande di prepensionamento dovessero procedere secondo i ritmi attuali ci saranno risparmi di spesa rispetto agli oltre venti miliardi in tre anni stanziati nella precedente legge di stabilità per queste misure.
Altri due punti di perplessità che emergono dalla legge di stabilità sono le partite IVA e i fondi per l’istruzione. Il regime forfettario per le partite IVA garantiva certezza e semplicità. Ma bisogna andare oltre in questo mondo che si sente poco rappresentato dalle forze di centro sinistra. Non si possono predisporre solo aumenti in busta paga per i dipendenti e sgravi per i neoassunti nelle PMI, ma sostenere i giovani professionisti agli inizi della propria carriera vessati dagli ingenti contributi pensionistici. Tutelare le giovani partite IVA sarebbe un’inversione di tendenza generazionale rispetto al passato. Dopo anni di tagli al Ministero dell’Istruzione e Ricerca, non si possono più posticipare misure urgenti come l’aumento delle borse di studio per i dottorati, la lotta alla dispersione scolastica e il rafforzamento degli istituti tecnici alla luce del cambiamento tecnologico.
 
Una gestione del bilancio più pragmatica e credibile è necessaria per ristabilire la fiducia negli investitori e nelle imprese. Tuttavia manovre poco coraggiose non bastano per ristabilire la fiducia e delle famiglie e di una nazione che ancora non si è ripresa da una lunga recessione economica e sociale. Nel prossimo anno ci saranno clausole di salvaguardia inferiori da sbloccare che potrebbero garantire un maggiore spazio di manovra soprattutto se accompagnate da una ripresa del PIL. Ci vuole ancora più coraggio per attuare tutte le misure che il nostro elettorato si aspetta e restituire dignità ai giovani lavoratori, alle giovani coppie e centralità al mondo della scuola e dell’Università.
Redazione GD

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La Redazione è lo spazio di approfondimento e confronto pubblico dei Giovani Democratici di Milano Metropolitana!

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