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di Edoardo Conti
334 arresti, 82 sotto inchiesta: In totale sono 416 le persone coinvolte nell’operazione Rinascita-Scott portata avanti dalla Procura di Catanzaro che ha permesso di disarticolare i clan di Vibo Valentia. Un sistema di potere completo, alternativo allo Stato ed integrato negli organi dello Stato, che poteva contare su Parlamentari, Assessori Regionali, Sindaci, Consiglieri Regionali, Assessori Comunali, Avvocati, Comandanti dei Carabinieri, Comandanti di polizia municipale, imprenditori di abbigliamento, della ristorazione, dell’edilizia.
La ‘Ndrangheta tramite queste persone non si limitava solo ad “affari ed omicidi”, come sostiene qualcuno: controllava capillarmente tutto il territorio. La mafia a Vibo non sfidava lo Stato: ERA lo stato.
Dopo questa operazione a Vibo Valentia si è creato un vuoto di potere: il potere che era in mano alla criminalità organizzata ora non è più in mano a nessuno.
Il procuratore Gratteri, in una dichiarazione, confidava e chiedeva l’impegno della società civile per occupare questo spazio di potere lasciato per ora vuoto, per impedire che fosse solo un passaggio di consegne tra vecchio e nuovo crimine, vecchia e nuova ‘ndrangheta.
 
È anche per questa ragione che ha voluto denominare questa operazione Rinascita: indicare una strada nuova, in cui i cittadini si riprendessero la loro città, il loro territorio, in cui i cittadini avessero il coraggio di uscire da un sistema, quello mafioso-clientelare, che ha tanto più potere e credibilità tanto più lo Stato è lontano, il lavoro manca, la sfiducia sale.
 
La risposta della società civile non si è fatta attendere: Il 24 Dicembre, pur durante le feste, migliaia di cittadini sono scesi in piazza a Vibo Valentia per rispondere alla richiesta di Gratteri e per dimostrare che la società civile si è stancata del potere criminale e ha profondamente voglia di cambiare quel territorio. Perché non basta la magistratura, non bastano le inchieste: se la voglia di cambiare le cose non parte da noi, la mafia non sarà mai sconfitta: tornerà con volti nuovi per perpetrare un vecchio schema: quello della paura e della lusinga, del danaro facile e della minaccia.
“Vibo valentia finalmente libera”, era questo il testo sullo striscione in capo al corteo.
E’ la speranza di tutti noi.
Redazione GD

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