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di Umberto Caragnano

 

Uno dei motivi principali della crisi di governo è stato il mancato utilizzo della linea di credito del MES. In una e-news Matteo Renzi lo definisce come un momento decisivo e che “la mancata attivazione del Mes sarà pagata dai dottori, dai ricercatori, dai malati e dalle loro famiglie.”

Le alternative sono due: o Matteo Renzi non ha capito in cosa consiste il MES o approfitta del dibattito malsano su questa tema per giustificare un’insensata crisi di governo.

 

Il MES sanitario è una linea di credito d’emergenza introdotta a maggio dalle istituzioni europee per coprire le spese sanitarie dirette e indirette. Una linea di credito non può finanziare interventi aggiuntivi a differenza di uno stanziamento di bilancio che può finanziare spese e investimenti che verrebbero pagati con un ordinario bonifico dal Ministero del Tesoro. Ad esempio, con i fondi ottenuti dal MES sarebbe possibile acquistare solamente tamponi già previsti nel bilancio. L’unica cosa che cambierebbe è l’iban da Ministero del Tesoro ad European Stability Mechanism.

Il governo nell’ultimo anno ha aumentato in maniera considerevole le spese sanitarie per fronteggiare la pandemia sia nei vari scostamenti di bilancio intercorsi nel 2020, ma anche nella legge di bilancio per il 2021 (approvata poche settimane fa) che ha portato il fondo sanitario nazionale a oltre 121 miliardi, rispetto ai 114 miliardi del 2019. È evidente che non è solo qualche ministro che non legge i documenti approvati in Parlamento ma neanche gli altri esponenti di Italia Viva.

 

Il Partito Democratico è stato sempre favorevole al MES sanitario ma senza inventare poteri taumaturgici che tale strumento purtroppo non possiede. Il ministro dell’economia Gualtieri, che ha negoziato lo strumento nelle sedi europee, ha puntualizzato in un’audizione parlamentare che “lo Stato Italiano non ha nessun problema di liquidità e dispone di tutte le risorse per finanziare le sue spese”.

 

L’unico vantaggio della linea di credito sanitaria è un risparmio esiguo di interessi, che si è ulteriormente ristretto nel corso del tempo a causa della riduzione generalizzata dei tassi di interesse sui titoli di Stato. La riduzione dei tassi di interesse sul debito, grazie all’intervento della Banca Centrale Europea, ha permesso allo Stato italiano di pagare nel 2020 due miliardi in meno di interessi sul debito rispetto al 2019 nonostante 150 miliardi di emissioni aggiuntive di titoli di Stato. Secondo il deputato di Italia Viva Luigi Marattin, se l’Italia avesse richiesto a giugno il MES nella sua intera totalità, il risparmio annuale sarebbe stato di circa 550 milioni. Il calcolo effettuato dall’Onorevole è inesatto: egli confronta l’emissione di un BTP a 10 anni effettuata il 10 giugno dal Tesoro di ammontare pari a 14 miliardi ad un tasso di interesse annuale dell’1,65% con la linea di credito del MES di 36 miliardi disponibile ad un tasso di interesse pari allo 0,08%. Il prodotto tra 36 miliardi e la differenza tra i due tassi di interesse è proprio 550 milioni di euro annui. Tuttavia, è facile notare come il Tesoro italiano in quella data ha collocato 14 miliardi e non 36, e inoltre nel 2020 è previsto solo il pagamento di una delle due cedole agli investitori, che dimezzerebbe il vantaggio di interessi.

 

Italia viva si è resa protagonista di un dibattito surreale e mistificatore sull’utilizzo della linea pandemica. Nell’ultimo mese, secondo diversi esponenti l’utilizzo del MES sanitario avrebbe migliorato la campagna di vaccinazione, aumentato i posti letto in terapia intensiva e impedito la voragine vicino l’Ospedale di Napoli. È evidente che il MES è solo un pretesto per cercare di giustificare una crisi di governo insensata e irresponsabile.

 

Redazione GD

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