P-r-i-d-e, 55 anni dopo la rivolta dello Stonewall Inn a giugno si celebra il mese dell’orgoglio Lgbtqia+. Orgogliosə e incazzatə è una serie di quattro articoli che ci accompagnerà per tutto il mese di giugno raccontando storie, narrando battaglie e indicando una realtà che, al netto di un indubitabile miglioramento progressivo, rimane aperta e da conquistarsi.
Per il secondo anno di fila, la Redazione dei GD Milano vi presenta Orgogliosə e incazzatə!
di Samuele Appignanesi
Emily Dickinson è stata una poetessa statunitense, vissuta tra il 1830 e il 1886, e autrice di circa 1800 poesie, di cui solo 10 pubblicate mentre era in vita. Nelle sue poesie, caratterizzate dalla brevità e dal linguaggio semplice, vengono affrontati temi come la morte, la religione, ma anche l’amicizia e l’amore.
Dickinson ha avuto la possibilità, più unica che rara per una donna dell’epoca, di ricevere un’educazione classica, che ha influenzato profondamente la sua scrittura. Ha passato la maggior parte della sua vita nella sua casa ad Amherst, portando avanti tuttavia fervide corrispondenze con pochi selezionati amici. Tra questi l’esempio più rilevante è Susan Gilbert, moglie di suo fratello, a cui Dickinson ha mandato più di 300 lettere nel corso degli anni.
Storici e studiosi hanno individuato molti uomini come possibili interessi romantici della poetessa e ispirazioni della sua arte. Questo è stato fatto escludendo dalle analisi ogni elemento che potesse portare il lettore a dubitare della “normalità” della poetessa. Il tentativo di ricondurre l’autrice a un modello di amore e di pensiero eterosessuale dimostra la sua portata nella rimozione del nome “Susan” da almeno 11 delle poesie di Dickinson, rivelato dal New York Times nel 1998. Sono molte, inoltre, le poesie in cui i pronomi femminili sono stati cambiati in maschili.
Tra i versi più chiaramente dedicati a Susan si trovano grandi dichiarazioni d’amore, scritte con quel linguaggio semplice ma evocativo che caratterizza l’opera di Dickinson.
“I chose this single star
From out the wide night’s numbers –
Sue – forevermore!”
Scelgo questa sola stella
tra le molte della grande notte
– Sue- per sempre!
“Her heart is fit for home–
I-a Sparrow-build there
Sweet of twigs and twine
My perennial nest”.
Il suo cuore è fatto per il focolare–
Io –un passero- costruisco là
Leggiadro di rametti e intrecci
Il mio nido perenne.
Il movimento queer ha portato non solo a una lotta per conquistare la libertà nel futuro, ma anche a un impegno per riappropriarsi del passato della comunità, dando giustizia ad autori censurati e mutilati dalla eteronormatività. Oggi possiamo riconoscere nelle lettere e nelle poesie di Emily Dickinson il forte e duraturo amore per Susan Gilbert, e interpretare la sua arte alla luce di questo amore. La comunità queer deve farsi carico di questa storia, e tutte le altre storie di persone a cui non è stato permesso vivere apertamente, è anche per loro che si scende nelle piazze per il pride.
“Wild nights! Wild nights!
Were I with thee,
Wild nights should be
Our luxury!
Futile the winds
To a heart in port,
Done with the compass,
Done with the chart.
Rowing in Eden!
Ah! the sea!
Might I but moor
To-night in thee!”
O frenetiche notti!
Se fossi accanto a te,
Queste notti frenetiche sarebbero
La nostra estasi!
Futili i venti
A un cuore in porto:
Ha riposto la bussola,
Ha riposto la carta.
Vogare nell’Eden!
Ah, il mare!
Se potessi ancorarmi
Stanotte in te!