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Per la sua importanza storica e religiosa, Gerusalemme come tutta la questione arabo-israeliana, è al centro di un complesso e intricata disputa territoriale, storico e religiosa. Forse la più complessa e intricata della storia.

Secondo gli accordi internazionali, la città di Gerusalemme dev’essere considerata una città internazionale. Gerusalemme è stata divisa in due macro aree: quella occidentale, abitata dalla maggioranza degli ebrei di competenza dello Stato israeliano, quelli a est, popolati a maggioranza araba, di competenza dell’eventuale Stato palestinese.

A seguito della Guerra dei Sei Giorni del 1967, Israele ha cominciato a violare i confini stabiliti precedentemente, nonostante il parere contrario della comunità internazionale. Le violazioni coinvolgono anche i quartieri di Gerusalemme Est. Nel 1970 Israele ha approvato una legge che permette ai profughi della guerra del 1948 di tornare nelle proprie case, anche qualora queste si trovassero al di fuori dei confini stabiliti precedentemente, tra cui quelli del quartiere Sheikh Jarrah. L’autorità giudiziaria che decide degli sfratti degli abitanti palestinesi da quartieri che secondo il diritto internazionale spettano ai palestinesi è quella israeliana; questo aiuta a comprendere la tensione ogni qualvolta il governo di Tel Aviv si appresta a dare il proprio assenso a nuovi insediamenti. In particolare, era attesa per la scorsa settimana una nuova sentenza che sfrattasse l’ennesimo nucleo familiare da una terra che spetta a queste persone.

Le tensioni sono poi sfociate all’interno della Spianata delle Moschee, un luogo di inestimabile valore per la comunità palestinese. Da Il Post:

Si trova su una collina all’interno della cosiddetta Città vecchia di Gerusalemme, cioè il centro storico della città, ed è il principale complesso religioso della città, oltre che uno dei più importanti del mondo. Ospita alcuni luoghi di enorme valore religioso, come la moschea di al Aqsa, che è la più grande di Gerusalemme e ha un ruolo importante nell’islam, e la Cupola della Roccia, che è l’edificio con la celebre cupola dorata: al suo interno è conservata una roccia che secondo musulmani ed ebrei è quella su cui il patriarca biblico Abramo stava per sacrificare suo figlio Isacco su richiesta di Dio, ed è inoltre, secondo l’Islam, il luogo da cui il profeta Maometto ascese al cielo.

Nella Spianata  la polizia israeliana ha reagito con forza. Il fatto è grave per una serie di ragioni: la Spianata delle Moschee presenta luoghi sacri per i mussulmani, la polizia ha risposto durante il Ramadan e in particolare l’ultimo venerdì del Mese sacro. Per affrontare e disperdere le proteste, la polizia israeliana è persino entrata all’interno della moschea di Al Aqsa mentre al suo interno si teneva una preghiera.

Da quel momento, gli scontri tra manifestanti e civili sono stati traslati in uno scontro militare, con missili lanciati dalla Striscia di Gaza su Israele a cui Israele ha risposto con altrettanti bombardamenti.

Oggi si contano 198 morti da parte palestinese e dieci vittime tra tra quella israeliana.

Le azioni di Hamas e di Jihad Islamico sono condannabili e deprecabili. Sentiamo la necessità di essere altrettanto chiari su un altro punto: nessuno al giorno d’oggi mette in discussione il diritto di Israele ad esistere. Al contempo, però, le azioni di Israele costituiscono una minaccia vitale all’esistenza dello Stato palestinese, impedendo ai palestinesi di poter abitare nei territori riconosciuti loro da tutti gli accordi internazionali e che sono occupati abusivamente da Israele, come da Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e ribadito dallo Stesso Consiglio di Sicurezza nel 2000, con la Risoluzione 1322 dove Israele viene definito Potenza occupante.

Per questo motivo siamo oltraggiati dalla posizione del Partito Democratico assunta dal Segretario Letta e dai suoi esponenti nazionali. Il Partito Democratico, una forza di centrosinistra, dovrebbe avere come propria bussola la lotta per i più deboli e per gli oppressi. Per questo motivo non concepiamo come sia possibile che il suo Segretario abbia partecipato, assieme ai leader del centrodestra, per ribadire il diritto di Israele ad esistere: gli scontri sono sorti perché Israele non vuole riconoscere il diritto ai palestinesi di abitare sulle terre che spettano loro secondo il diritto internazionale.

E di diritto internazionale potremmo parlare. Nel Manifesto dei Valori del PD, al punto 7, viene esplicitato che il Partito assumerà posizioni in coerenza con il diritto internazionale. La partecipazione a quella manifestazione, così come le dichiarazioni in cui le posizioni palestinesi vengono trattate in misura secondaria, tangenziale, quasi infastidita sono offensive nei confronti dei valori di questo Partito e di tutto quello che dovremmo incarnare.

Riteniamo inoltre offensivo equiparare l’intero popolo palestinese con l’organizzazione terroristica Hamas e di Jihad Islamico, equiparazione non veritiera e frutto di una chiara volontà di presentare i fatti in modo parziale.

Hamas non rappresenta la Palestina, governa solamente l’area di Gaza. Sebbene gli scontri militari avvengano per lo più tra quest’organizzazione e Gaza, è bene ribadire come la nascita delle proteste negli ultimi giorni siano sorte in zone della regione dove Hamas non ha alcun controllo, politico o militare.

Vogliamo giungere ad una pace e alla soluzione di due popoli e due stati? Allora è il momento di riconoscere ai palestinesi il diritto di esistere, di vivere in territori non occupati, di non essere bombardati da un altro stato e di chiedere il rispetto del diritto e degli accordi internazionali.

Redazione GD

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La Redazione è lo spazio di approfondimento e confronto pubblico dei Giovani Democratici di Milano Metropolitana!

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