fbpx

di Michelangelo Colombo

La partita tra Fratelli d’Italia e Lega in vista delle elezioni europee si gioca anche sul piano religioso. Giorgia Meloni, invitata al “Budapest Demographic Summit” in Ungheria, organizzato da Viktor Orban, ha dichiarato di essere pronta per una battaglia politica per “difendere Dio e la famiglia” e il suo alleato in Italia, Matteo Salvini, non ha voluto essere da meno. Il Carroccio ha quindi rilanciato il piatto con un suo storico cavallo di battaglia: il crocifisso nei luoghi pubblici. 

La deputata leghista Simona Bordonali (classe ‘71) è la prima firmataria di una proposta di legge depositata il 14 settembre alla Camera dei Deputati dal gruppo del partito guidato da Matteo Salvini.  

Secondo il cuore della proposta “in tutte le scuole di ogni ordine e grado, nelle università e nelle accademie, negli uffici della pubblica amministrazione e degli enti locali territoriali, nelle aule nelle quali sono convocati i consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali, le comunità montane e i seggi elettorali, negli stabilimenti di detenzione e pena, negli uffici giudiziari e nei reparti delle aziende sanitarie e ospedaliere, nelle stazioni e nelle autostazioni, nei porti e negli aeroporti, nelle sedi diplomatiche e consolari italiane, e negli uffici pubblici all’estero, è fatto obbligo di esporre in luogo elevato e ben visibile l’immagine del crocifisso”.

Nel testo viene scritto nero su bianco che l’immagine di Cristo rappresenta “un valore universale della civilità e della cultura cristiana, riconosciuto quale elemento essenziale e costitutitivo e perciò irrinunciabile del patrimonio storico e civico-culturale dell’Italia. I leghisti affermano nel testo anche che “cancellare i simboli della nostra identità, collante indiscusso di una comunità, significa svuotare di significato i princìpi su cui si fonda la nostra società”, riferendosi alle polemiche relative alla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Fra la finalità della proposta vi è quella di “testimoniare, facendone conoscere i simboli, il permanente richiamo del Paese al proprio patrimonio storico-culturale che affonda le sue radici nella civiltà e nella tradizione cristiana”. 

Sono previste anche delle sanzioni per chiunque rimuova per odio la croce o il crocifisso dai luoghi pubblici dove è esposto o lo danneggi. La persona sarà punita con un’ammenda da 500 a 1000 euro e la pena è prevista anche per il “pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che rifiuti di esporre nel luogo d’ufficio l’emblema della croce o del crocifisso”. 

La falsità delle affermazioni della Lega 

Partiamo da questo: l’Italia unita è stata fondata dai liberali anticlericali, ovvero da coloro che erano contrari alle ingerenze della Chiesa e della fede cattolica negli affari quotidiani di Stato. I padri fondatori dell’Italia, Camillo Benso conte di Cavour, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, erano tutti anticlericali e convinti difensori della laicità dello Stato. Cavour, in occasione del suo primo intervento al parlamento, fatto dopo la proclamazione del Regno d’Italia, il 17 marzo 1861, utilizzò l’espressione “Libera Chiesa in libero Stato”. Secondo lo statista il Papa doveva occuparsi unicamente del potere spirituale, non interferendo negli affari pubblici dello Stato italiano. I valori fondanti dello Stato Italiano non sono stati quelli del cattolicesimo, ma quelli del liberalismo, della Rivoluzione, i principi di libertà, fratellanza ed eguaglianza, per i quali molti patrioti italiani sono morti per unire il nostro paese, come fecero i bergamaschi della spedizione dei Mille guidati da Garibaldi. Le guerre del Risorgimento non furono combattute soltanto da laici o anticlericali, ma anche da cattolici liberali, che erano contrari al potere temporale del papato e volevano limitare la fede alla sfera privata, lontana da quella pubblica. 

Anche volendo, con un’astrazione, esulare da un piano strettamente politica e volendo gettare l’occhio alla radice “culturale” dell’identità italiana, come è possibile dimenticare l’antipapismo medievale del De Monarchia di Dante, l’ateismo di Leopardi o l’ironia anticlericale di Ariosto nella III delle Satire?


Quante collane, quante cappe nuove/ 

per dignità si comprano,/

 che sono publici vituperii in Roma e altrove!

 

La Lega si pone quindi nel solco di coloro che vedono nella fede cristiana il collante che tiene uniti i popoli europei, ma ciò non è assolutamente vero. Tutti gli Stati membri dell’Unione Europea si riconoscono in princìpi e valori che hanno la loro origine nell’Illuminismo, movimento politico, sociale, culturale e filosofico che si sviluppò in Europa nel XVIII secolo. Gli illuministi avevano fiducia nella Ragione come lume per “illuminare le menti degli uomini” dall’ignoranza e dalla superstizione della fede che rende ciechi. 

Alcuni leghisti non sono altro che i rappresentanti di un bieco conservatorismo reazionario che considera la fede cattolica come l’unica fede religiosa “vera e autentica”, sulla scia delle posizioni di Comunione e Liberazione. Altri di loro hanno rilanciato questa proposta seguendo un preciso calcolo politico, cercando di riguadagnare il terreno perso nei confronti di Fratelli d’Italia. In ogni caso, proporre nel 2023, l’introduzione obbligatoria del crocifisso in tutti i luoghi pubblici sembra veramente un qualcosa di fuori dal tempo. In uno Stato laico non deve esserci l’esposizione nei propri edifici di immagine religiosa proprio perché non esiste nessuna fede di stato. I cattolici integralisti hanno il brutto di vizio di voler insegnare agli altri come vivere la propria vita e fanno di tutto per imporre il proprio volere, a partire dal proporre l’introduzione del crocifisso fino all’osteggiare l’aborto. 

Per favorire lo sviluppo culturale e religioso in un paese come il nostro, ormai sempre più multietnico, è necessario partire da dei valori comuni, che sono la laicità e il rispetto delle fede altrui, non imponendo quella della maggioranza della popolazione. Soltanto con il dialogo -partendo da posizioni eguali- si possono raggiungere e ottenere grandi risultati.

Redazione GD

Redazione GD

La Redazione è lo spazio di approfondimento e confronto pubblico dei Giovani Democratici di Milano Metropolitana!

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.